
Pur essendo il Settenario che si svolge presso S. Stefano praticamente uguale a quello che contemporaneamente si svolge nel Purgatorio, è senz’altro quest’ ultimo il più seguito e caro ai molfettesi, anche perché viene esposta la statua della Beata Vergine Addolorata che sarà poi portata in processione.
Il martedì antecedente l’inizio del Settenario, nella chiesa del Purgatorio viene riposta nella sua teca la statua della Pietà e si espone quella della Addolorata.
Anche per questa occasione vi è un rituale particolare la cui centralità centro è rappresentata dalla vestizione della Vergine con gli abiti della processione, a cura delle mogli degli Amministratori della Confraternita, ancora una volta assistite dal Consiglio e dalle Zelatrici della Associazione di Maria S.S. Addolorata.
Nessun uomo può assistervi, così come le bambine e le donne nubili.
A proposito di questo rituale vi è un particolare di cui pochissimi sono a conoscenza e le cui origini o motivazioni, io stesso che sono stato Priore dell’Arciconfraternita della Morte, non conosco.
Quando la statua dell’Addolorata viene rimossa dalla sua teca, viene da lì portata nella sacrestia dove, a porte chiuse, sarà vestita con gli abiti della processione. A spostarla dalla sua abituale collocazione sono i due Componenti della Amministrazione della Morte, che la prendono per la base, ed il Priore che la abbraccia a sé, ponendo il capo della Madonna sulla spalla, e con una mano ne copre il viso durante tutto il breve tragitto dalla cosiddetta “stanza delle Statue” alla sacrestia.

Anche questa volta, mentre la Madonna viene svestita dell’ abito ordinario e rivestita di quello nuovo, le donne presenti al rito recitano il Rosario.
Questa operazione, così come quella che avverrà la domenica delle Palme allorché vi sarà la vestizione della Pietà, richiede moltissimo tempo, essendo ormai entrata nella tradizione una meticolosità a volte esasperante nella sistemazione della biancheria, dell’abito ma soprattutto del velo.
I confratelli procedono al montaggio della croce sulla base processionale, rivestita di una sfoglia di oro zecchino, su cui verrà posta l’Addolorata.
Terminata la vestizione molto tempo richiederà anche la sistemazione della “sindone” di tela bianca sui bracci orizzontali della croce, essendo a ciò preposte le stesse donne che hanno effettuato la vestizione dell’ Addolorata.
Nella stessa occasione viene montato su due appositi banchi collocati alla sinistra della cappella di S. Gaetano il baldacchino che, durante le processioni, seguirà le statue dell’Addolorata e della Pietà, insieme al palliotto, alla croce e i due fanali che invece apriranno i sacri cortei.

Il Settenario dura una settimana e si conclude il giovedì prima della processione. È articolato alla stessa maniera del Pio Esercizio alla Pietà ma, diversamente da questo, il Settenario si tiene anche la mattina, in forma meno solenne che la sera; consiste di sette invocazioni rivolte solo alla Madonna e di quattro romanze invece di tre, ugualmente cantate da un tenore e da un baritono. Queste non sono fisse, ma vi è un relativamente vasto repertorio di musiche che vengono eseguite alternativamente ogni sera, composte da autori molfettesi del tardo 800, quali Vincenzo Valente, Saverio Calò, Sergio Panunzio, Giuseppe e Francesco Peruzzi.
L’ultima sera del Settenario, dopo il termine della Sacra Funzione, la banda esegue un concerto di sei marce funebri di fianco alla Chiesa del Purgatorio.
Altro particolare da ricordare è che sulla base della Madonna vengono montati i quattro fanali in argento che serviranno per la processione, solo la sera del mercoledì del Settenario, dopo la funzione, affinché dal pubblico siano visti solo a partire dal giovedì.
- Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.